TAROCCHI

L'ARTE

Ok, amici miei, oggi parliamo di una carta che nei Tarocchi di Aleister Crowley si chiama l'Arte. Già, non "Temperanza" come nei mazzi da seminaristi, ma l'Arte. Perché Crowley non era il tipo da fare le cose a metà, né da stare dietro ai fiorellini e agli angioletti da chierichetti.

L'Arte è la carta della fusione, della mescolanza, del prendere due elementi e tirarci fuori qualcosa di nuovo. Tipo quando mischi due drink e alla fine non sai se hai creato un cocktail rivoluzionario o una schifezza atomica. È l'alchimia, l'arte di trasformare il piombo in oro. O, nel caso delle relazioni, di trasformare una sbornia di passione in un rapporto che non finisce con te che ti barrichi in bagno gridando: "TI HO DETTO CHE STO BENE!" mentre l'altra persona picchia sulla porta con un mestolo.

L'amore è così: prendi due anime – una tutta fuoco, l'altra tutta acqua – e cerchi di non farle esplodere insieme. È una cosa delicata, un gioco di equilibri, perché se ci metti troppo di uno o dell'altro, finisci con una zuppa insipida o una casa in fiamme.

E Crowley lo sapeva. Lui non era il tipo da storielle romantiche da cioccolatini e serenate sotto la finestra. No, lui era più tipo: "Facciamo una magia sessuale e vediamo se evochiamo qualcosa". Ma il punto è che l'Arte è la magia vera dell'amore: capire cosa serve per non trasformare l'attrazione in un disastro nucleare.

Guarda la carta. C'è un angelo androgino che versa due liquidi in una coppa, e non è un barman fighetto che ti fa pagare quindici euro un mojito annacquato. È un simbolo della mescolanza perfetta. Un po' di femminile, un po' di maschile, un po' di razionalità, un po' di istinto. Tutto deve stare in equilibrio, sennò il cocktail esplode e ti ritrovi con una relazione che sembra un film horror a basso budget.

E la parte più assurda? Non puoi sapere se funziona finché non lo provi.
Perché nessuno ti dice che quella persona che sembrava il tuo "destino" dopo due mesi inizierà a commentare come guidi, o che la cosa che all'inizio trovavi "adorabile" diventerà il suono del tuo cervello che si scioglie. L'Arte è capire se puoi trasformare quelle piccole cose in una pozione d'amore invece che in un veleno letale.

Ecco il segreto: l'Arte non è solo mescolare, è sapere quando smettere. Se continui a girare e rigirare, finisci col distruggere quello che avevi creato. Se vuoi un caffè zuccherato, mescoli il cucchiaino tre o quattro volte, non finché la tazza prende fuoco.

Così è l'amore: un'arte, un equilibrio, una magia precaria che può portarti all'illuminazione o al reparto psichiatrico.

E ora, miei piccoli alchimisti dei sentimenti, andate là fuori e mescolate con attenzione. Ma ricordate: se inizia a sapere di veleno, sputatelo subito.

EROTHOTHGRAFIA

La bestia leonina e l'aquila si fanno occhiate maliziose, e intanto la creatura androgina al centro pare divertirsi come a un after party in cui nessuno ha badato alle etichette sui bagni. Non è per niente una posetta da santino: è un travolgimento, un "Riscaldiamoci, ragazzi, così fondiamo i nostri fluidi e creiamo la pietra filosofale". 

Tutta la faccenda sa di eros allo stato puro, un abbraccio che scioglie le barriere e riassembla i pezzi a un livello superiore, un po' come se stessero mescolando i cromosomi divini su un bancone da mixologist. Nel frattempo, il rosso e il bianco si fondono come in un matrimonio combinato tra passione e purezza, e se ti fermi un secondo, senti quasi l'odore di quell'energia lì, primordiale, che fa crollare i muri tra mondo fisico e spirito. 

Insomma, questa carta è un invito a fare l'amore con l'universo: ci stracciamo le vecchie identità, ci spalmiamo di un calore che ci fonde, e ne usciamo rincuorati, resuscitati, e con un gran sorriso stampato in faccia. Crowley avrebbe probabilmente detto che è come un climax a cui non stai dietro, perché alla fine o vieni illuminato o ti rovesci nel cosmo con una gran risata. E in fondo, chi può dire di no a una festa orgiastica tra il Leone, l'Aquila e un essere che è sia Adamo che Eva? Buon divertimento, gente. E mi raccomando: non prendetevela troppo sul serio, perché l'alchimia è una faccenda da vivere in estasi, mica da catalogare come fosse una collezione di farfalle.