
TAROCCHI
L'APPESO
Ragazzi, parliamoci chiaro: se pescate l'Appeso nei Tarocchi di Aleister Crowley e state pensando all'amore, sappiate che state per entrare in un bel trip mistico-esistenziale. Non aspettatevi cuoricini e finali alla Disney. No, signore e signori, qui si parla di sacrificio, illuminazione e un pizzico di masochismo. Perché l'amore, diciamocelo, è una roba che ti ribalta come un calzino usato.
Ora, Crowley non era certo il tipo da mandarle a dire. Lui, con la sua immagine da mago rockstar, ha preso la carta dell'Appeso e l'ha infilata nel frullatore dell'occultismo, servendola con un bel contorno di morte mistica e trasformazione. E cosa ci dice in amore? Che se non siete pronti a mollare l'ego, a lasciarvi andare come un ubriaco sul pavimento del bagno, allora l'amore vero non lo vedrete manco con il binocolo.
L'Appeso è lì, a testa in giù, sospeso da un piede. Sembra un disastro, ma lui, in realtà, è in pace. Ha capito una cosa che la maggior parte della gente in una relazione ignora: se vuoi amare davvero, devi essere pronto a perdere tutto. E non nel senso di regalare il telecomando della TV al partner – quello lo fai se vuoi evitare il divorzio – ma nel senso di abbandonare il bisogno di controllo. Perché l'amore, amici miei, è un salto nel vuoto senza rete di protezione.
Crowley ci piazza pure qualche riferimento esoterico giusto per farci fumare il cervello. L'Appeso è legato all'elemento dell'Acqua, quindi parliamo di emozioni profonde, roba che ti travolge. Ma attenzione: questa non è la passione sfrenata, il fuoco che divora. No, questa è l'accettazione serena che l'amore è una trappola dolceamara. È il capire che prima o poi verremo tutti appesi a testa in giù da qualcuno, e la cosa migliore da fare è sorridere e dire: "Grazie, posso averne ancora?"
In una relazione, l'Appeso è la carta del lasciare andare. Se vi aggrappate come un koala isterico all'idea che l'altro vi debba qualcosa, siete già fritti. Questa carta vi insegna che l'amore non è possesso, non è bisogno, non è "Se mi ami, dimostramelo". L'amore vero è dire: "Ti amo e basta, anche se mi lasci, anche se ti innamori di un guru vegano e scappi in India". Se vi sembra troppo, beh, date un'occhiata a tutte le storie d'amore fallite intorno a voi e poi ditemi se controllare ossessivamente l'ultima volta che il tuo ex ha visualizzato su WhatsApp ti ha mai reso felice.
L'Appeso nei Tarocchi di Crowley è una lezione d'amore che suona come un numero di stand-up comedy sull'amore moderno: strano, doloroso, illuminante. Ti ricorda che a volte, per trovare la verità in una relazione, devi ribaltare il tuo punto di vista, accettare il disagio e, soprattutto, essere disposto a sacrificare l'idea che avevi di te stesso.
E, alla fine, il vero segreto dell'Appeso è questo: più cerchi di resistere, più soffri. Più ti lasci andare, più scopri che forse, essere fregati in amore è l'unico modo per capirci davvero qualcosa.

EROTHOTHGRAFIA
La carta dell'Appeso del Thoth Tarot è più torbida di una notte a Las Vegas dopo troppi Martini. Qui ci sono due serpenti, e no, non stiamo parlando di una sceneggiatura scartata di un film di Tarantino. Uno si attorciglia attorno al piede dell'Appeso come un debito con lo strozzino, l'altro sembra essere scivolato giù dalla testa come un pensiero sconcio che non riesci a scacciare. E, miei cari, tutto questo ha a che fare con il sesso, la trasformazione e l'illuminazione, ma non nel modo che vi ha raccontato la vostra insegnante di catechismo.
Sapete cosa hanno in comune un serpente e un buon orgasmo? Entrambi possono condurvi a un'epifania mistica. Il serpente, in tutte le culture, è il re dei simboli ambigui: può rappresentare il diavolo, la conoscenza, l'energia sessuale, tutto quello che la gente ama e teme allo stesso tempo. Nel Thoth Tarot, questo piccolo rettile viscido non è lì per caso. Stiamo parlando di energia sessuale primordiale, quella che risale lungo la colonna vertebrale come una botta di LSD nel sistema nervoso e ti fa vedere i colori che non esistono.
Ok, partiamo dal primo serpente, quello che si attorciglia al piede dell'Appeso. Questo qui è come un amante appiccicoso che non capisce che la storia è finita. È la sessualità che ancora non ha capito il suo potenziale, è grezza, bloccata, come uno studente di yoga alla prima lezione che non sa dove mettere le gambe. In termini esoterici, è il mercurio filosofico, ovvero la materia prima che aspetta solo di essere raffinata. Finché sta lì attorcigliato, non si va da nessuna parte. È l'energia ancora legata alla materia, al mondo fisico e ai suoi impulsi da scimmia con lo smartphone.
E poi abbiamo il secondo serpente, quello che sguscia dalla testa dell'Appeso e punta in basso come un pensiero sbagliato in chiesa. Questo qui è il fratello sveglio del primo, quello che ha capito il trucco: l'energia sessuale, se ben usata, ti può portare dritto alla saggezza, alla trascendenza, o quantomeno a un'illuminazione che non sia solo il bagliore dello schermo del telefono alle tre di notte. Questo serpente è l'equivalente mistico del "Dio, ho visto la luce!" dei bluesmen. È l'energia che ha fatto il suo percorso, è salita, ha imparato qualcosa e ora sta tornando giù per diffondere la buona novella.
Allora, perché due serpenti? Perché siamo esseri duali, pieni di contraddizioni. Uno è il desiderio terreno, l'altro è il desiderio che ha letto almeno un libro di Jung. Uno vuole andare giù, l'altro vuole salire su, e in mezzo ci siamo noi, appesi a testa in giù come un tizio in crisi esistenziale. Non devi scegliere, devi integrarli.
