
LUI TORNERÀ?
E CHI SE NE FREGA!
Sei lì che ti fai la domanda delle domande: lui tornerà?
E la risposta è: certo che tornerà. Magari quando la tipa nuova gli romperà le palle. O quando finirà i soldi. O quando si renderà conto che nessuna gli stira le camicie come te. Ma la vera questione è: chi cazzo se ne frega?
Non siamo in un film romantico dove lui torna sotto la pioggia a implorarti, siamo nel mondo reale, un posto dove la gente lascia gli altri con un emoji e poi posta storie felici come se non avesse mai condiviso il cuscino con te. Perché dovresti rincorrere un tizio che è scappato? Sei una cacciatrice di taglie? Hai perso una scommessa?
Ecco dieci ottimi motivi per NON fare la figura del panda abbandonato.
1. Se se n'è andato, ha avuto un motivo. E non è un bel motivo.
Non si lascia qualcuno perché il vento soffia da est. Lo si fa perché ci si è rotti, perché si è trovata un'alternativa più conveniente. Non illuderti che sia stato un "momento di confusione". Ha avuto tempo per pensarci. E ha scelto di andarsene.
2. Non sei un'offerta a tempo limitato su Amazon.
Se un uomo se ne va e poi torna, sta facendo price-checking come su un sito di viaggi. "Vediamo se là fuori c'è di meglio… No? Ok, torno alla vecchia opzione". Davvero vuoi essere la sua ultima scelta, il suo piano B, il suo "già che ci siamo"?
3. Il romanticismo è morto. E l'ha ucciso WhatsApp.
Non ci sono più lettere struggenti, lacrime versate al chiaro di luna, struggenti dichiarazioni sotto casa. Adesso ci sono messaggi ridicoli tipo "Ehi, come va?" dopo mesi di silenzio, scritti mentre lui è seduto sul cesso. Dovresti rispondere con la stessa profondità emotiva: uno sticker di un cane che scoreggia.
4. Se devi rincorrerlo, non è amore. È un cazzo di inseguimento.
Amore è quando due persone si cercano. Se tu corri e lui scappa, non è amore. È una scena da "Criminali in fuga". Vuoi davvero essere la disperata che implora attenzione mentre lui si dilegua tra le ombre?
5. Perché perdere tempo quando puoi trombare qualcun altro?
Diciamocelo chiaro: là fuori c'è gente con sei addominali e la voglia di farti vedere le stelle. E tu sei ancora qui a piangere su uno che ti ha ghostato senza nemmeno un "scusa"?
6. Lui non cambia. Neanche se si reincarna.
Ti racconti che questa volta sarà diverso. Che ha capito. Che ha sofferto. Che si è illuminato sulla via di Damasco. Peccato che gli uomini non cambiano a meno che non li costringano con un contratto legale o una minaccia diretta. Lo stesso idiota che ti ha spezzato il cuore, se torna, se ne andrà di nuovo.
7. Hai una dignità. O almeno dovresti.
Scrivergli per "chiarire", controllare se ha visto le tue storie, mandargli quel messaggio casuale sperando che risponda. Ti rendi conto che ti stai umiliando da sola? Sei la regina di te stessa o una stalker in saldo?
8. Lui si sta facendo i cazzi suoi. Tu fai lo stesso.
Mentre tu piangi, lui è in giro a vivere. Forse sta bevendo, forse sta scopando, forse sta facendo esattamente quello che tu gli avevi chiesto per mesi senza successo. Vuoi davvero essere quella che soffre mentre lui si gode la vita?
9. L'amore non dovrebbe farti sentire una merda.
Dovrebbe farti sentire una rockstar, non una sopravvissuta a un disastro naturale. Se una relazione ti distrugge, non è amore. È terrorismo emotivo.
10. Perché il mondo è troppo grande per perdere tempo con un deficiente.
Ci sono città da visitare, persone da conoscere, esperienze da vivere. E tu sei ancora lì, a sperare che uno con il QI emotivo di una sedia da giardino capisca il tuo valore? Avanti il prossimo.

PHOTOLOVESHOP
Il cervello è un figlio di puttana. Seriamente, il più grande truffatore della storia. Ti fa credere che il tuo ex fosse un capolavoro, un'opera d'arte. Ma la verità? Era solo un tipo qualunque con una playlist carina e una buona faccia da poker.
Funziona così: quando una storia finisce, la tua testa tira fuori Photoshop. E non parlo di qualche ritocchino leggero, no. Qui si tratta di un restauro completo. Prende il tizio che ti ha lasciato in seen su WhatsApp e lo trasforma in un poeta maledetto, uno che soffriva ma ti amava in silenzio. Pulisce le macchie, cancella le bruttezze, aggiunge un bel filtro "nostalgia anni '90" e via, il prodotto è pronto: l'amore della tua vita.
Peccato che non era così. Ti ricordi di lui che ti accarezzava la faccia mentre dormivi, ma non di quando russava come un trattore. Ti vengono in mente le serate perfette, ma non le dieci ore che hai passato a litigare perché lui "non era pronto per impegnarsi, ma gli piaceva stare con te". Insomma, il tuo cervello ha rimosso i difetti come un chirurgo plastico sotto metanfetamine.
E allora arriva il pensiero tossico: "E se avessi fatto qualcosa di diverso?"
Ti do una notizia: sai chi si fa questa domanda? Gli ostaggi dopo un sequestro. È il classico "Sindrome di Stoccolma in versione sentimentale". Lui ti tratta da seconda scelta, tu ci ripensi e pensi che magari dovevi solo essere più paziente. Che magari dovevi lasciarlo libero di esplorare, perché alla fine sarebbe tornato.
Sì, come un boomerang difettoso che finisce in faccia a un altro.
Ma se fosse stato davvero perfetto, sarebbe ancora lì. E invece non c'è. Perché forse non era il grande amore, forse era solo uno che hai pompato troppo nella tua testa. Ti sei montata il film, gli hai messo la colonna sonora giusta, hai girato il finale in slow-motion con lui che si gira a guardarti un'ultima volta. Ma era tutto falso. Come i trailer dei film di merda che sembrano un capolavoro e poi sono due ore di niente.
Ecco cosa dovresti fare: disinstalla Photoshop. Guarda la realtà senza filtri. Ricordati anche le cose brutte. Le scenate di gelosia, il modo in cui spegneva la tua energia, i lunghi silenzi, le scuse del cazzo, le bugie fatte passare per incomprensioni. E dopo aver fatto questo, fatti una domanda molto semplice: lo rivorrei davvero?
No, non lo vuoi. Ti manca l'idea che avevi di lui. Ti manca la versione modificata, il poster, il sogno. Ma non lui. Lui era solo un tizio qualunque che non ha avuto abbastanza cervello per restare. E per quello, non serve un ritorno. Serve solo un po' di terapia.