
MAESTRI
Ah, l'amore! Quel grande spettacolo di fuochi d'artificio emotivi, ormoni impazziti e cuori che scalpitano come a un concerto di Vasco. E poi c'è il sesso, quel fantastico casino di desideri repressi, tabù assurdi e teorie che cercano disperatamente di dare un senso a una cosa che, in fondo, il senso ce l'ha già: ci piace, lo vogliamo, e se non ci fosse, l'umanità si sarebbe estinta prima ancora di scoprire la ruota.
Ma niente paura! Nel grande bordello della vita, c'è sempre stato qualcuno abbastanza ossessionato da infilarsi il camice da scienziato (o toglierselo, a seconda dei casi) per studiare il perché facciamo quello che facciamo sotto le lenzuola e fuori. Da Freud, che vedeva sesso dappertutto (compreso il suo lettino da psicanalista), a Kinsey, che ha svelato al mondo che sì, la gente si masturba e no, non diventa cieca. Poi ci sono Masters e Johnson, che hanno trasformato l'orgasmo in una scienza, William Reich con la sua idea che l'energia sessuale fosse la chiave di tutto (spoiler: non è ancora arrivata la bolletta dell'orgone), e Helen Fisher, che ha ridotto l'amore a una tempesta di neurotrasmettitori rovinando il romanticismo a tutti gli innamorati.
Ma aspetta, la lista è lunga. Abbiamo John Money, che si è infilato nei meandri dell'identità di genere con risultati che oggi fanno alzare più di un sopracciglio. Robert Sternberg, che ha trasformato l'amore in un triangolo, non nel senso piccante del termine ma in quello matematico. John Gottman, che con una precisione quasi sadica può dirti se la tua relazione è destinata al fallimento guardandoti mentre litighi per i piatti sporchi. Gary Chapman, che ha fatto credere a tutti che basti scoprire il "linguaggio dell'amore" giusto per salvare un matrimonio (come se bastasse un vademecum per decifrare il mistero del partner). E poi Alain de Botton, che ha intellettualizzato il desiderio al punto da far sentire in colpa chiunque si goda un'avventura senza filosofeggiare troppo.
E la lista continua: Michel Foucault, che ha smontato il sesso come strumento di potere; Shere Hite, che ha dato un megafono alle donne in un'epoca in cui nessuno voleva ascoltarle; Richard von Krafft-Ebing, che ha catalogato ogni possibile perversione rendendoci tutti un po' più consapevoli del fatto che la normalità è solo una statistica. Judith Butler, che ha demolito ogni certezza sul genere facendo venire il mal di testa a chi ancora pensa che maschio e femmina siano due caselle rigide su un modulo dell'anagrafe.
Questa pagina è dedicata a loro, i pionieri, i pervertiti professionisti, gli scienziati del peccato originale. Gli eretici del desiderio, i cartografi dell'amore, quelli che hanno avuto il coraggio di guardare dritto in faccia la natura umana e dire: "Sapete cosa? Studiamo peni e vagine, innamoramenti e desideri, illusioni e realtà. E poi scriviamo un libro che farà venire i sudori freddi a chiunque lo trovi sul comodino di mamma e papà."
Benvenuti nel pantheon di chi ha osato spiegare l'amore e il sesso senza arrossire.

GARY CHAPMAN
Secondo Gary Chapman, guru dell'amore e best-seller vivente, ogni persona ha un modo preferito di dare e ricevere amore. No, non è una scienza esatta, non serve il microscopio per trovarlo, ma sapere qual è può evitarti l'ennesima discussione su perché il tuo partner si è offeso quando hai detto "Ti amo" ma ti sei dimenticato di togliere i piatti dalla lavastoviglie.
Ecco i cinque linguaggi dell'amore, ovvero: cinque modi per cercare di non farsi mollare (o almeno per procrastinare l'inevitabile litigata).
Parole di stima e rassicurazione. A qualcuno basta sentirsi dire "Sei fantastico" e via, scatta la magia. Complimenti, parole gentili, dolci dichiarazioni – tutto il repertorio che fa venire il diabete ai cinici. Se la tua dolce metà vive di conferme verbali, meglio prepararsi a dispensare parole zuccherose come un pasticciere in overdose da glassa.
Momenti speciali. Qui non basta stare nella stessa stanza, eh! Bisogna proprio esserci, con lo sguardo, con la testa, senza scrollare il telefono ogni due minuti. Qualcuno chiama questo linguaggio "qualità del tempo", ma la verità è che significa: spegni Netflix, lascia perdere Instagram e fai finta di essere interessato a quella storia sulle piante da interno.
Regali. No, non è solo roba da materialisti. Un regalo è un "Ti ho pensato", anche se si tratta di un cioccolatino preso alla cassa del supermercato. Certo, poi ci sono quelli che si aspettano una collana di diamanti a ogni anniversario, ma per loro non basta un linguaggio dell'amore, serve un conto offshore.
Atti di servizio. E qui si entra nel magico regno del "Se mi ami, dimostralo facendo qualcosa per me". Tipo lavare i piatti, buttare la spazzatura, preparare il caffè la mattina. E no, non vale dire "Ma io ti amo lo stesso anche se non passo l'aspirapolvere", perché per certe persone l'amore si misura in lavatrici fatte e cene pronte sul tavolo.
Contatto fisico. Abbracci, baci, carezze, sesso, o anche solo una mano sulla spalla che dice "Ci sono". Se il partner è di quelli che vivono di tocco, dimenticarsi di dare un bacetto al mattino può equivalere a una dichiarazione di guerra. Occhio, perché qui il "tanto sa che lo amo" non funziona: se non tocchi, non esisti.
Ecco il punto: magari tu sei tutto per i momenti speciali e il tuo partner vuole i regali. O tu vorresti solo una carezza e lui si sente amato se gli stiri le camicie. Non è che uno ha ragione e l'altro torto, è che parlate due dialetti diversi. Chapman dice che se non si impara a comunicare il proprio affetto nel linguaggio giusto, si rischia di sembrare anaffettivi anche quando si ama profondamente. E no, non basta dire "Eh ma io sono fatto così", perché nel grande gioco dell'amore, l'adattamento è la chiave per non ritrovarsi a dormire sul divano.
Quindi, vuoi far funzionare la tua relazione? Scopri il linguaggio dell'amore del partner e impara a parlarlo. E se proprio non ci riesci… beh, almeno prova a non sbagliare regalo a San Valentino.

MASTERS E JOHNSON
Ecco due che non si accontentavano di leggere la rivista sotto il banco: Masters e Johnson hanno deciso di ficcare un microscopio nella camera da letto dell'umanità, registrando ogni piccolo battito, gemito e spasmo con un rigore scientifico che farebbe impallidire un contabile. Questo articolo racconta il loro lavoro pionieristico, che ha trasformato la sessuologia da un'accozzaglia di supposizioni freudiane a una scienza con dati veri e propri, rivoluzionando la comprensione della sessualità e delle sue disfunzioni.
Fino a quando questi due non hanno deciso di entrare in scena, parlare di sesso in un contesto accademico era come cercare di spiegare a tua nonna perché hai bisogno di Wi-Fi in vacanza. Kinsey aveva già acceso il fuoco con le sue indagini, ma Masters e Johnson hanno deciso di portare la grigliata al livello successivo, raccogliendo dati in tempo reale su cosa succede ai corpi umani quando il gioco si fa interessante.
Nel 1966 pubblicano Human Sexual Response, dove svelano il segreto meglio custodito del mondo: il sesso ha una struttura! E non è solo "speriamo che funzioni". Ci sono fasi precise: eccitazione, plateau, orgasmo e risoluzione. E lo hanno scoperto senza bisogno di teorie fumose o interpretazioni oniriche, ma piazzando elettrodi e osservando la gente che si dava da fare. Hanno demolito l'idea che la sessualità femminile fosse una specie di sottoprodotto secondario e messo in crisi secoli di misoginia travestita da scienza.
Nel 1970, dopo aver osservato abbastanza gente fare cose interessanti in laboratorio, pubblicano Human Sexual Inadequacy, un titolo che è tutto un programma. Qui parlano delle volte in cui le cose non funzionano come dovrebbero: eiaculazione precoce, disfunzione erettile, orgasmi sfuggenti. Invece di sederti su un lettino e parlare della tua infanzia per vent'anni, loro propongono qualcosa di rivoluzionario: terapia di coppia con tecniche pratiche. Bingo! Il sesso finalmente smette di essere una questione di colpa e repressione per diventare un campo in cui si può migliorare.
Masters e Johnson hanno aperto la porta della camera da letto e ci hanno infilato dentro un laboratorio. Il risultato? Un terremoto culturale e scientifico. Certo, non tutti erano contenti: alcuni sostenevano che i loro volontari erano troppo selezionati e che il loro approccio ignorava la psicologia più profonda. E poi c'è stata quella loro idea balzana di 'curare' l'omosessualità, che oggi li fa sembrare come due scienziati del passato che hanno sbagliato esperimento.

ROBERT STERNBERG
Allora, secondo questo tizio, Robert Sternberg, l'amore è un triangolo. Tre vertici: intimità, passione e impegno. E fin qui, tutto bello, matematico, come se i sentimenti fossero una dannata equazione invece che un pasticcio emotivo con la consistenza del vomito post-sbornia. Ma va bene, facciamo finta che abbia senso.
L'intimità è quella cosa carina, dolce, tipo abbracciarsi sul divano e parlare dei traumi infantili davanti a una pizza mezza fredda. La passione, beh, quella è l'istinto animale, la voglia di strapparsi i vestiti come due cavernicoli in calore. L'impegno? Ah, l'impegno è il momento in cui uno dei due si sveglia e dice: "Ehi, ma se facessimo questa cosa per sempre?". E da lì iniziano i problemi.
Ora, Sternberg dice che questi tre elementi si mescolano in sette modi diversi, come se l'amore fosse un menu degustazione e non la più grande fregatura del genere umano. Vediamo un po':
C'è l'amore-simpatia. Tu e il tuo partner vi raccontate segreti, vi supportate, vi fate compagnia... ma zero scintilla. Praticamente siete due coinquilini con una bolletta emotiva in comune.
Poi c'è l'amore-infatuazione. Ah, il classico colpo di fulmine. Lo vedi, lo vuoi, lo idealizzi. Due settimane dopo scopri che mangia la pizza con l'ananas e ti chiedi cosa diavolo ti fosse preso.
L'amore vuoto è un capolavoro della tristezza. State insieme perché... boh, perché ormai ci siete dentro. Perché è più comodo così. Perché il divorzio costa e la solitudine fa paura. È come un contratto telefonico che non puoi disdire.
L'amore romantico è quello che ti fa sentire un poeta maledetto. Emozioni, passione, ma poi ti guardi intorno e capisci che a lungo termine non c'è futuro. Un po' come una storia d'amore estiva, oppure come quei tradimenti che durano anni ma "no, dai, non posso lasciare mia moglie".
L'amore-amicizia è bello, sincero, basato sul rispetto e sulla fiducia. Solo che, a meno che tu non sia asessuale o abbia deciso che il sesso è sopravvalutato, prima o poi uno dei due si sveglia e dice: "Ma perché non ci facciamo una botta di vita?".
L'amore fatuo è una sceneggiatura di Hollywood. Conoscersi, sposarsi di corsa, divorziare con ferocia e lasciare il conto agli avvocati. Ci sono persone che vivono di questo, una specie di sport estremo per gente allergica alla razionalità.
E infine, l'amore completo, quello perfetto, quello che ha tutto: intimità, passione, impegno. La gente lo cerca come il Sacro Graal. Lo trovano? Boh, qualcuno dice di sì. Ma anche quando lo trovi, devi lavorarci sopra ogni giorno, come una dieta senza fine.
Quindi, Sternberg avrà pure disegnato un bel triangolo, ma la verità è che l'amore è più simile a un cerchio: giri, giri, e prima o poi ti ritrovi al punto di partenza a chiederti cosa diavolo stai facendo.