
CUNNILINGUS
Il cunnilingus non è solo una pratica sessuale: è un'arte. Una missione. Un'ode alla gioia che Beethoven avrebbe composto se invece di essere sordo fosse stato un po' più fortunato nelle sue notti di baldoria. Ma, per qualche motivo assurdo, questo sublime atto di devozione alla carne femminile è ancora avvolto da tabù, pregiudizi e, diciamocelo, da un sacco di ignoranza.
Sì, perché mentre ogni angolo della cultura pop gronda testosterone e amplessi gridati a squarciagola, il cunnilingus resta nell'ombra. E sapete perché? Perché viviamo in una società che non sa gestire il piacere delle donne. Oh sì, gli uomini vogliono che la loro partner giri in minigonna e tacchi alti come se fosse appena uscita da un film porno, ma poi il sesso diventa una performance narcisistica con lo stesso coinvolgimento emotivo di un monologo di Benigni dopo il quarto bicchiere di vino.
Eppure, il cunnilingus è l'atto definitivo di dedizione erotica. È la resa, il gesto di chi dice: "Io sono qui per te, il mio ego lo lascio fuori dalla porta, insieme alle mie inibizioni e ai boxer di cotone". Non c'è spazio per il machismo tossico quando sei con la faccia affondata tra le cosce di una donna. Eppure, c'è chi ancora si rifiuta.
"Oh no, io quello non lo faccio..."
Davvero? Ma credi di essere un re medievale che non può abbassarsi davanti alla regina? Sei troppo virile per la lingua? Ma vai a fare la guerra, allora, che qui stiamo parlando di fare la pace con il corpo e con l'anima!
Facciamola finita con le cazzate. Se vuoi essere un vero amante, devi essere un esploratore, un archeologo del piacere, un cartografo del desiderio. Devi perderti laggiù senza bussola e senza GPS, fidandoti solo dell'istinto e delle reazioni del corpo che stai adorando. Non è una gara di velocità, non è un pulsante da premere fino a quando non lampeggia la scritta "MISSIONE COMPLETATA."
Il cunnilingus è un viaggio. Un pellegrinaggio. E chi si sottrae a questa esperienza meravigliosa è un povero diavolo che non ha capito nulla della vita. Quindi, ragazzi, giù la testa e su la lingua.

LETTERATURA
Perla rossa. Tesoro del paradiso. Tempio
di Venere. Arco di trionfo. Pantheona. Porta del piacere. Sono dei modi un po'
complimentosi che mi erano venuti in mente per descrivere la fica di Spinetta,
addolcire Spinetta, convincere Spinetta a tenermi lì da lei tutta la vita. Quanto è durato quell'entusiasmo? Poco,
però ha avuto dei momenti, non è che io voglia ingigantire tutto quello che mi
è capitato, però: esaltanti, o forse no, non è che io voglia farmi compatire,
però: buffi, o se ci penso bene: tristi, o se ci penso ancora meglio: tragici.
Una volta, mentre la leccavo, mi sono
fermato, mi sono alzato in piedi e ho cominciato a recitare una poesia di
Tonino Guerra. Ho detto:
La fica è una ragnatela
un imbuto di seta
il cuore di tutti i fiori;
la fica è una porta
per andare chissà dove
o una muraglia
che devi buttar giù.
Spinetta si è incazzata: "Ma sei impazzito?"
Ci sono fiche allegre
delle fiche matte del tutto
delle fiche larghe e strette,
fiche da due soldi...
Spinetta ha fatto un'espressione schifata e mi ha preso per la nuca: "Torna giù, cretino!"
- Tratto da: Le molecole affettuose del lecca lecca, di Francesco Consiglio, Baldini e Castoldi, 2014.